A distanza di quasi una settimana dalla corsa ho deciso di riprendere la
tastiera per scrivere della Brescia Art Marathon di domenica 9 marzo. Giunta alla
12ma edizione, ha visto coinvolti oltre tremila partecipanti su diverse
distanze: maratona e mezza maratona agonistiche, la nuova Easy Ten non competitiva,
la camminata solidale A.I.L. per le famiglie e la Tomorrow Runners dedicata ai
giovanissimi.
Uno splendido sole ha baciato tutta la gara, che mi ha portato al nuove
personale sulla distanza della mezza ma che mi ha lasciato un po’ di amaro in
bocca per alcune pecche organizzative a mio avviso gravi.
Arrivato in zona partenza, nessuna indicazione per il ritiro dei pettorali.
Tre gazebo senza alcun cartello con code di spaesati che chiedevano a chiunque
per sapere se si trovavano nella fila giusta. Raggiunto il tavolo giusto si
scopre che le maglie taglia M sono finite. Pace, non si corre per una maglietta…
Poi mi avvio verso gli spogliatoi, distanti poche centinaia di metri e da
lì parte la ricerca dei camion del deposito borse. Che erano parcheggiati
dietro al ritiro pettorali. Quindi si torna verso la partenza si deposita la
sacca (col tipo che dice “ma si, la butti sopra!”) e via.
Sbagliata, sempre a mio avviso. L’idea di far partire tutte le gare
insieme. Il risultato è stato un ovvio assembramento alla prima strettoia e un
po’ di caos per tutto il primo chilometro. Sarebbe stato sufficiente far
partire la 10K in coda a maratona e mezza.
Il percorso è un po’ ondulato, con alcuni passaggi troppo stretti, ma tutto
sommato scorrevole; ai ristori ottimi i volontari e ampi gli spazi a
disposizione, così da non creare ingorghi.
Caotico l’arrivo, data la conformazione della piazza; assente di fatto il
ristoro. Io ho trovato 2 vassoi con fette di arancio, 1 vassoio con alcuni
grissini, 2 vassoi con avanzi di panettone e una crostata che è stata presa d’assalto
da quanti erano in coda. Ora, io non sono certo un fulmine ma è davvero poco e
insufficiente. Mi dirigo allora al deposito borse, cercandolo perché i cartelli
indicavano solo il ritiro borse della 10K. Trovato il gazebo scopriamo che le
borse erano semplicemente messe per terra, alla mercé di chiunque senza un solo
addetto alla riconsegna e senza un qualsivoglia ordine. Mossa a pietà di noi
che come l’abate Faria vagavamo alla ricerca della borsa peduta, dopo una decina
di minuti si materializza una signora che dice: “cercate ma non spostate nulla,
le hanno scaricate così…!!!”.
Spiace perché queste piccole cose mi rovinano spesso tutta la gioia di una
gara corsa. Ed è un peccato perché conosco da tempo gli organizzatori e so che
alcuni di loro lavorano davvero bene e sul serio.
Quindi, in conclusione: il dolce sono stati il personale, l'aver rivisto un compagno di scuola e grande maratoneta (Valerio) e alcuni amici durante e dopo la gara (Omar, Barbara, Simona...), l'agro tutte le lacune per me molto importanti.