Ci sono momenti nella vita in cui il tuo corpo ti fa capire che ha raggiunto il limite e, prima di far insorgere problemi più gravi ti avvisa.
Domenica mattina il mio corpo ci ha provato a dirmi che era meglio non corressi la Mezza di Monza, facendomi sentire una sensazione di nausea appena alzato. Dopo la colazione la nausea era sparita e io ho pensato bene che tutto fosse solo dovuto alla fame e alla notte parzialmente in bianco.
Quindi vado a Monza (in moto), dribblando il traffico congestionato per i soliti lavori stradali. Mi preparo, corro e poco dopo metà gara inizio a sentire che qualcosa non va.
Sono stanco, ho mal di schiena e sudo abbondantemente. Stringo i denti, rallento e porto a termine la corsa con un (dis)onorevole 2:16:23. Dopo l’arrivo neanche l’ombra di una bottiglia d’acqua, per fortuna ci viene in soccorso il pacco gara.
Mi cambio, cavalco lo scooter e volo verso casa. Arrivo e mia moglie crede di vedere un fantasma: in effetti ero bianco, labbra bluacee e viso scavato. Sono solo stanco, penso, e faccio la doccia. Torno in salotto e poi il buio.
Mi risveglio 5 minuti dopo a terra con mio suocero che chiama il 118 perché sono collassato a terra. Passato il pomeriggio in ospedale, torno a casa tranquillo, ma stanchissimo e decido che forse tra lo stress del lavoro, le cure al bambino, gli allenamenti saltati e quant’altro forse è il caso di ridimensionarmi un po’.
Scrivo un’accorata lettera a Fulvio per rivedere insieme tabella e priorità. Concordiamo di ridurre a 3 gli allenamenti settimanali, mi concentrerò sulle distanze brevi (al massimo la mezza) e così sarà anche per tutto il 2010.
Un abbraccio di cuore a quanti mi hanno dato conforto in questi giorni e un caro saluto a Fulvio, che sopporta i miei sfoghi.
Domenica mattina il mio corpo ci ha provato a dirmi che era meglio non corressi la Mezza di Monza, facendomi sentire una sensazione di nausea appena alzato. Dopo la colazione la nausea era sparita e io ho pensato bene che tutto fosse solo dovuto alla fame e alla notte parzialmente in bianco.
Quindi vado a Monza (in moto), dribblando il traffico congestionato per i soliti lavori stradali. Mi preparo, corro e poco dopo metà gara inizio a sentire che qualcosa non va.
Sono stanco, ho mal di schiena e sudo abbondantemente. Stringo i denti, rallento e porto a termine la corsa con un (dis)onorevole 2:16:23. Dopo l’arrivo neanche l’ombra di una bottiglia d’acqua, per fortuna ci viene in soccorso il pacco gara.
Mi cambio, cavalco lo scooter e volo verso casa. Arrivo e mia moglie crede di vedere un fantasma: in effetti ero bianco, labbra bluacee e viso scavato. Sono solo stanco, penso, e faccio la doccia. Torno in salotto e poi il buio.
Mi risveglio 5 minuti dopo a terra con mio suocero che chiama il 118 perché sono collassato a terra. Passato il pomeriggio in ospedale, torno a casa tranquillo, ma stanchissimo e decido che forse tra lo stress del lavoro, le cure al bambino, gli allenamenti saltati e quant’altro forse è il caso di ridimensionarmi un po’.
Scrivo un’accorata lettera a Fulvio per rivedere insieme tabella e priorità. Concordiamo di ridurre a 3 gli allenamenti settimanali, mi concentrerò sulle distanze brevi (al massimo la mezza) e così sarà anche per tutto il 2010.
Un abbraccio di cuore a quanti mi hanno dato conforto in questi giorni e un caro saluto a Fulvio, che sopporta i miei sfoghi.