TomTom #GETGOING

TomTom #GETGOING
La destinazione non conta, l'importante è fare il primo passo.

PROSSIMA CORSA

PROSSIMA CORSA
19/11/2016 Podisti da Marte

17 giugno 2012

E se togliessimo il pavè da Milano?

Riposto un bell'articolo di Paolo Foschini giornalista del Corriere della Sera pubblicato nel blog "Milanesi" il 16 giugno 2012 - ogni diritto è dell'autore e della testata.

La questione, almeno tra la maggior parte dei ciclisti, ormai si sta trasformando da dibattito in parola d’ordine e forse è ora che qualcuno lo dica: facciamola finita col pavé. Basta. Basta con la menata del valore storico, dell’identità urbanistica, del fascino della vecchia Milano. Tutte cose belle, se corrispondessero alla realtà: che invece è, quasi ovunque, un patchwork di lastroni sconnessi che come li metti a posto si spostano, scivolosi da bagnati e traballanti anche da asciutti, impossibili da mantenere, spesso in contesti che ormai non li meritano, pericolosi per tutti. Basta.
Dice, appunto: ma è la vecchia Milano. Ah sì? Allora vediamola, questa vecchia Milano. Vogliamo metterci tipo corso Magenta, via Torino, Foro Bonaparte, eccetera? D’accordo: ma se sono così storicamente importanti – e lo sarebbero – allora perché uno deve vedere un vigile piantato come un palo per due giorni a presidiare un pezzo micidiale di granito sconnesso, che nessuno sistema? E comunque, lasciamo pur perdere queste luminose eccezioni filologiche: ma quante decine di strade e incroci milanesi, con buona pace del tanto invocato valore storico, già oggi sono semplicemente un’alternanza insensata di asfalto e lastroni? Pezzi di via Farini e via Moscova, attraversamenti di Corso Sempione, strisce di via Palestro… è un censimento infinito, che ogni ciclista conosce e maledice. Fate via Ludovico il Moro, via Ripamonti, corso Lodi… valore storico? E perché allora non le vietiamo del tutto alle auto? Dice: però via Solferino è così bella col pavé… ah, perché sono belli e filologici i panettoni antisosta che ci stanno sopra? Per non parlare delle scemenze addirittura deliberate come il pezzo di pista ciclabile che hanno fatto in via San Marco: cioè, decidi di fare una ciclabile e la pavimenti coi sanpietrini? Ma la fai per le bici o per metterla su un dépliant?
(Ah, poi ovviamente ci sarebbe da parlare dei chilometri di rotaie del tram “cieche”, lasciate lì apposta per nessun altro motivo che invitare alla bestemmia chi ci scivola: ma questa è talmente assurda che meriterebbe da sola un post a parte).
Insomma il punto è: o una cosa è importante, e allora ci si investe tutto il possibile per non farla andare in malora; oppure è solo un’abitudine, si prende atto che mantenerla costa troppo, che così com’è non va più bene, e allora si cambia. Senza chiamare totem ciò che non lo è: anche i Navigli in centro erano bellissimi eppure li hanno coperti, col molto del marmo della Roma antica hanno costruito la Roma barocca. E tra l’altro forse, volendo, se tutto il granito del pavé milanese si vendesse all’edilizia ci si guadagnerebbe pure qualcosa. Salvando persino qualche pezzo di montagna qua e là.
Se poi non è d’accordo nessuno, come non detto e amici come prima.

1 commento:

bla78 ha detto...

Nessuno sarà risparmiato dal nuovo virus che colpirà Milano ad autunno. Deve trattarsi di un virus mai visto prima, pare che arriverà a Milano ad autunno…