Riposto un bell'articolo di Paolo Foschini giornalista del Corriere della Sera pubblicato nel blog "Milanesi" il 16 giugno 2012 - ogni diritto è dell'autore e della testata.
La questione, almeno tra la maggior parte dei ciclisti, ormai si sta trasformando da dibattito in parola d’ordine e forse è ora che qualcuno lo dica: facciamola finita col pavé. Basta. Basta con la menata del valore storico, dell’identità urbanistica, del fascino della vecchia Milano. Tutte cose belle, se corrispondessero alla realtà: che invece è, quasi ovunque, un patchwork di lastroni sconnessi che come li metti a posto si spostano, scivolosi da bagnati e traballanti anche da asciutti, impossibili da mantenere, spesso in contesti che ormai non li meritano, pericolosi per tutti. Basta.
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(Ah, poi ovviamente ci sarebbe da parlare dei chilometri di rotaie del tram “cieche”, lasciate lì apposta per nessun altro motivo che invitare alla bestemmia chi ci scivola: ma questa è talmente assurda che meriterebbe da sola un post a parte).
Insomma il punto è: o una cosa è importante, e allora ci si investe tutto il possibile per non farla andare in malora; oppure è solo un’abitudine, si prende atto che mantenerla costa troppo, che così com’è non va più bene, e allora si cambia. Senza chiamare totem ciò che non lo è: anche i Navigli in centro erano bellissimi eppure li hanno coperti, col molto del marmo della Roma antica hanno costruito la Roma barocca. E tra l’altro forse, volendo, se tutto il granito del pavé milanese si vendesse all’edilizia ci si guadagnerebbe pure qualcosa. Salvando persino qualche pezzo di montagna qua e là.
Se poi non è d’accordo nessuno, come non detto e amici come prima.
1 commento:
Nessuno sarà risparmiato dal nuovo virus che colpirà Milano ad autunno. Deve trattarsi di un virus mai visto prima, pare che arriverà a Milano ad autunno…
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