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PROSSIMA CORSA

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19/11/2016 Podisti da Marte

25 marzo 2010

Acido Lattico

L'acido lattico (acido 2-idrossipropanoico) è un acido carbossilico, un composto chimico che svolge un ruolo rilevante in diversi processi biochimici.
È quella sostanza che da al latte vecchio il tipico gusto acido, ma è anche un sottoprodotto dell'attività anaerobica dei muscoli: da questi esso normalmente si riversa nel sangue, attraverso il quale raggiunge cuore, fegato e muscoli inattivi, dove viene riconvertito in glucosio. Tuttavia, durante un esercizio fisico intenso e prolungato, può accadere che i muscoli producano nel tempo più acido lattico di quanto gli organi sopra detti ed i restanti muscoli inattivi riescano a metabolizzare; in questo caso, la concentrazione di acido lattico nel sangue aumenta fino al punto in cui non è più possibile che venga smaltito a livello dei muscoli attivi. Ecco che si presentano i noti effetti di affaticamento e successiva incapacità locale allo sforzo, talvolta accompagnati da bruciore. Ad ogni modo, per via del suo ciclo metabolico, una volta che i muscoli hanno ripreso la loro normale attività aerobica, e che il livello in circolo nel sangue è sceso sotto la soglia critica di concentrazione, l'acido lattico viene immediatamente eliminato dal circolo sanguigno (nel giro di qualche decina di secondi o di pochi minuti), e larga parte di quanto se n'era accumulato nei muscoli attivi viene rapidamente smaltito, tutt'al più entro un'ora circa dall'attività fisica.
Solo una piccola parte permane all'interno del muscolo, sempre a seguito di attività anaerobica, ed è nota come "scoria naturale della contrazione muscolare".
Fin qui la teoria tratta da Wikipedia, la pratica noi runner la conosciamo molto bene perché è un “nemico” col quale combattiamo ad ogni uscita.
Sabato scorso ho fatto il test del lattato per scoprire così le soglie aerobica e anaerobica di riferimento. In base alle soglie, infatti, si ricavano le velocità per ciascuna distanza e per pianificare di conseguenza al meglio gli allenamenti nonché le gare. Il test consiste in una corsa su tapis roulant con velocità incrementale; ogni 4 minuti viene presa una goccia di sangue dal dito e si misura la percentuale di acido lattico presente. Incrociando i risultati col battito cardiaco si ottengono i dati ricercati.
Sapevo, in tutta onestà, di non essere in forma; inoltre da sempre ho valori bassi di soglia e un cuore che parte a 55/60, ma che nel giro di un paio di Km. sale già a 140 per poi stabilizzarsi intorno ai 175 e lì rimane fino alla fine della corsa.
Nonostante le premesse, comunque, è stato come compiere 40 anni con due anni di anticipo. I risultati non sono certo dei migliori e le velocità relative, nonché i tempi finali previsti sono alti (seppure in linea con le mie ultime prestazioni). Certo molto dipende dal fatto che da 9 mesi a questa parte mi sto allenando poco e male, senza riuscire a seguire come si deve la tabella stilata dal mio guru e senza riuscire anche a portare a termine alcune gare. Mi accorgo già in allenamento che non va bene; l’autonomia è scarsa e la velocità e fluidità di corsa ne risentono.
Adesso è il caso, forse, di ripensare un po’ la tabella e per quello ho già mandato tutto al coach. Per il resto devo tornare alle origini, nel senso di tornare a correre molti fondi lenti e medi per cercare di alzare la soglia anaerobica.
Stasera primo fondo lento (12K), domenica lungo da 18K spezzato tra i 10K della missione marziana e altri 8/10 che farò al Parco di Trenno.

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