La sveglia alle 6 non ha fatto tempo a suonare, l’adrenalina per l’imminente prova alla Brescia No Limits era tale che ero già sveglio prima del tempo.
Colazione pregara standard (thé con miele e gallette di riso con marmellata) e sono pronto ad affrontare il viaggio verso Brescia. Arrivo e parcheggio vicino alla partenza, i vigili sono già impegnati nel rimuovere l’auto del solito smemorato che ha parcheggiato lungo il percorso e in breve tempo i posti iniziano a scarseggiare. Ritiro il pacco gara passando accanto ad alcuni degli ostacoli che troveremo lungo il percorso, alcune balle di paglia e delle scale di legno.
L’Oratorio di Sant’Eufemia è il punto di partenza di un evento sui generis, dove ci si deve cimentare non solo nella corsa, ma anche nel superare ostacoli artificiali. Una formula relativamente nuova, ma che garantisce fascino, divertimento e livella di molto i partecipanti.
Non ho davvero idea di cosa mi aspetti, nella mia assoluta inconsapevolezza ho detto a mia moglie che avrei impiegato al massimo 3 ore e poi sarei arrivato a casa, pronto per la pastasciutta. Incontro i tanti marziani presenti e anche qualche compagno del Road Runners Club Milano, qualcuno reduce dalle edizioni precedenti, altri come me all’oscuro di tutto. Ci sono anche tantissimi X-Runners, che sfoggiano le belle e nuovissime divise disegnate da Pier, anche se chi ruba gli sguardi è la sua compagna :)
Il percorso della BNL3 |
Senza accorgermene arriva l’ora del via e partiamo passando in rapida successione 3 scale e 3 balle di paglia oltre a due tratti a passo di leopardo. Ci avviamo verso il centro storico di S. Eufemia, giusto qualche metro per sciogliere i muscoli, ed ecco la prima di tante (tantissime!!) salite. Qui iniziamo a capire cosa ci attende: bisogna risalire la valle tra cespugli, rovi e rocce. Praticamente una scalata di cui porto ancora oggi sulle gambe i segni. Dopo l’arrampicata ancora un po' di salita e suggestivi passaggi attraverso una grotta e una casa matta quando una breve quanto benvenuta discesa ci porta un po’ di tregua.
Torniamo verso Brescia, qualche scalino per iniziare ad assaporare quello che ci aspetta: i famigerati e terribili “mille scalini”; se qualcuno ancora aveva un sorriso stampato in faccia adesso si è tramutato in una smorfia di dolore! Personalmente non li ho contati, anzi al terzo ho perso il conto… immaginatevi, comunque cosa voglia dire fare un migliaio di scalini irregolari e impervi. Bene questi sono forse un po’ peggio.
Risaliamo quindi la Maddalena e arriviamo a San Gottardo, dove finalmente si inizia a scendere anche se per poco. Tra sentieri e strade di città raggiungiamo quindi il Castello di Brescia; uno splendido maniero medioevale perfettamente conservato, con tanto di gallerie sotterranee e passaggi a strapiombo sotto le torri. Dopo l’iniziale incanto e il saluto convinto dei turisti presenti, mi trovo dinnanzi ad uno spettacolo inatteso: ancora scalini!!! Giuro a me stesso che per una settimana userò solo l’ascensore e che magari verrò a fare un giro o due per preparare il Vertical Sprint di Milano. Nello scenario del Castello ci sono le prove di tiro a segno (8 centri su 8 colpi!) e di taglio dei tronchi d'albero. Col legno tagliato si riparte di nuovo di corsa, questa volta in pianura ma le forze sono ormai esaurite da tempo e, dopo aver lasciato il legno ad uno dei tanti volontari lungo il percorso, raggiungiamo il Parco Ducos, dove ci aspettano prove “bagnate”: il ponte tibetano, il giro con la canoa e… proprio mentre ormai sta per finire questa mia folle impresa devo affrontare l'ultima prova: il guado del laghetto. Il fondo è melmoso e l’acqua appena fresca; mi butto come un pesce e nuoto da una sponda all’altra. Trovo le forze per fare lo spiritoso con la ragazza che mi chiede un parere sulla “corsa”. Mi accomodo al volo su una panchina vicina per togliere un po’ d’acqua dalle mie fidate compagne di avventura (Saucony Xodus 2) che sono giunte alla loro ultima uscita seria.
Si ritorna verso la partenza con un percorso saliscendi in città e prima di poter vedere il traguardo ci aspettano ancora gli stessi ostacoli della partenza. All’arrivo l’organizzatore Fabio è lì che ci aspetta e non manca di dare un cinque volate e un ringraziamento.
La maglia tecnica di finisher me la sono proprio guadagnata questa volta e non vedo l’ora di indossarla.
Se avessi solo un grammo di energia da spendere ripartirei immediatamente, è stata la gara più emozionante e adrenalinica che abbia mai fatto, seconda per emeozioni solo alla mia prima maratona. Dovrei aver impiegato meno di 4 ore per fare tutto, tenendo conto della scarsa preparazione specifica sono soddisfatto. Non ho idea di come mi sia piazzato in classifica, spero ci sia sul sito a breve.
Di una cosa, però, sono certo: il prossimo anno ci sarò assolutamente!!!! Grazie di cuore a tutti.
1 commento:
Variopinta come gara.
Non mancava proprio niente per stremare i concorrenti.
Penso, da come l'hai descritta, sia stato così anche il divertimento.
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