photo by Rocco Puzziferri |
Cronaca di un venerdì davvero unico per emozioni e sensazioni provate. Poco dopo la mezzanotte si parte con l’astronave marziana, per l’occasione “truccata” da torpedone, alla volta di Venezia per la Run 5.30. dopo un viaggio con alternanza di sonno e veglia a causa della posizione degna del kamasutra dovuta non alla compagna di viaggio ma allo scarso spazio tra i sedili arriviamo a Calcutta, anzi a Venezia.
In effetti, visto il tasso di umidità che ci accoglie, pare di essere in India nel periodo dei monsoni… subito incrociamo Sergio, intento a caricare casse di anguria per il ristoro e già cotto a puntino. Cambio rapido, deposito borse e siamo pronti a partire per conquistare anche Venezia. Il paesaggio è davvero mozzafiato, l’alba sulla laguna dona alla città colori incredibili e corrervi dentro è un’esperienza trascendentale. A riportarci coi piedi per terra, nonostante il nostro essere alieni, è il caldo che al primo kilometro ci fa sudare come termosifoni spanati. La povera Giuliana incoccia in uno dei tanti ostacoli lungo il percorso e si scortica gambe e gomiti, ma stringe i denti e arriverà al traguardo fresca come una rosa. Il capitano incoraggia la truppa, mentre Irene ci tiene allegri e il fotografo “scatenato” immortala ogni scorcio della città. Su e giù per mille ponti di Venezia le gambe iniziano a vacillare, mentre l’acido lattico reclama attenzione. Non so come riescano a correre anche portandosi una bandiera appresso…
All’arrivo, pur con qualche disperso per le nulle segnalazioni, ci attende un’anguria superlativa e tanta acqua.
Ripartiamo alla volta di Milano, in un viaggio che durerà più del previsto a causa di un incidente da superare ad Agrate, quando ormai il traguardo era a portata.
Nel pomeriggio visita media presso l’Istituto di Medicina dello Sport per il rinnovo del certificato e poi via alla volta di Orino, paese arroccato sulle colline (450 slm) sovrastanti il parco regionale Campo dei Fiori, per la settima edizione del Circuito Serale di Orino. Tutto il paese vive in prima persona questa gara, sono lungo il percorso a fare il tifo per tutti quanti, anche per quelli (come il sottoscritto) che vanno talmente lenti che vengono tamponati dalle zanzare.
photo courtesy Giuseppe Grassi |
La gara è bella tosta, con un percorso che definire “ondulato” renderebbe poco l’idea. Di fatto è una corsa in montagna su asfalto. Caso vuole che avessi anche un tifo d’eccezione composto da moglie e figlio, mamma, papà e due carissimi amici che proprio a Orino si sono trasferiti. Non pensavo assolutamente di fare tempi degni di nota, ma di fare almeno bella figura questo si!
I ragazzi del paese si sono dati un gran da fare per organizzare il tutto, la gestione dei pettorali è esemplare (quasi 300 i partecipanti), praticamente nulle le code e gli spazi sfruttati alla perfezione.
Si parte con una prova dei ragazzi nati dopo il ’99 per circa 1500 metri, grandissimo agonismo e alcuni ragazzini davvero interessanti per tecnica e velocità. Poi tocca a noi competitivi e non uniti nel percorso da quasi 6K. Si devono compiere due giri da 2.900 metri lungo le strette strade del paese. Il percorso non è praticamente mai in piano, anzi presenta un paio di strappi cattivi e tostissimi, che segano davvero le gambe.
Avendo il Garmin in riparazione e non volendo assolutamente correre col cellulare per tracciare il percorso (anche perché qui praticamente non c’è campo da nessuna parte), mi fido delle sensazioni e del sito ufficiale, che recita un crono finale (non in real time) di 33’13” per una media, dunque, di 5’40”/Km. Tenendo conto del percorso e della corsa di Venezia sono davvero molto soddisfatto.
photo copyright Arturo Barbieri - podisti.net |
A fine gara era previsto un ottimo ristoro e la possibilità di cenare a prezzo “politico”; ho sentito dire che per la cena c’è stato qualche ritardo. Io ho usufruito dell’ottima cena preparata dalla mamma… :)
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