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La destinazione non conta, l'importante è fare il primo passo.

PROSSIMA CORSA

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19/11/2016 Podisti da Marte

13 maggio 2012

RossonerAddii

Quando andavo al Meazza, anzi “a San Siro”, da bambino a vedere il Milan lo stadio era ancora scoperto e con un solo anello. I posti coperti erano i distinti, quelli scoperti i popolari; erano gradoni di cemento freddi sia d’inverno che d’estate, fradici di pioggia dopo due gocce d’acqua tanto che arrivavi a casa perfino con le mutande bagnate.
La nebbia era tosta e spesso non vedevi il campo, così presi in simpatia Ruben Buriani, uno che correva per 90 minuti su e giù per il campo col suo bel numero 7 sulla schiena ed era facile da distinguere: aveva una capigliatura bionda che bucava anche la nebbia.
Era la fine degli anni ’70 e quel Milan vinse la sua stella, poi arrivarono gli anni ’80 della Milano da bere e forse il Milan bevve un po’ troppo… finché arrivò Berlusconi e tutto svoltò ancora una volta.
Arrivarono campioni veri e presunti, il Milan decollò verso una serie pressoché infinita di vittorie. Il mio idolo era Rijkaard, uno schivo centrocampista che non era né vistoso come Gullit né talentuoso come Marco Van Basten. Girava per Milano su una BMW rossa, classico dei tedeschi e degli olandesi e non se la tirava.
L’amore vero, calcisticamente parlando, però fu e sempre sarà quello per Franco Baresi. Il Capitano, quello per cui ho pianto come un vitello il giorno dell’addio, ma anche con lui alla finale mondiale negli USA o al goal contro il Padova su passaggio di un certo Weah…
Tutto passa, il Milan resta. Sono poi arrivati Maldini, Sheva, Kakà e soprattutto Inzaghi e Gattuso. Loro due per me sono secondi proprio solo al Capitano.
Inzaghi che mangia riso in bianco e bresaola per una vita e fa vita da atleta vero, Ringhio (anche se all’inizio odiava quel soprannome) che compensa i piedi non certo sopraffini con una grinta e una tenacia in campo che anche oggi molti dovrebbero invidiargli.
A tutti loro dico grazie per le emozioni vere che mi hanno fatto vivere, perché mi hanno trasmesso una sana passione per lo sport che oggi riverso nella vita di tutti i giorni e nella corsa. Il calcio lo vivo sempre più da spettatore e sempre meno da tifoso, non è più davvero uno sport ma questo è un altro discorso.
Oggi hanno lasciato il Milan alcuni dei più grandi campioni di sempre, le lacrime si sono sprecate ma io, ancora una volta, ho avuto la pelle d’oca e gli occhi lucidi solo per SuperPippo Inzaghi…
Grazie di cuore ragazzi!

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