Il trasporto locale non gode di ottima salute, si sa, ma dal Piemonte arrivano i primi rintocchi di una campana a morto.
L'assessore regionale Barbara Bonino, risvegliatasi dal torpore di questi anni di governo, pare rendersene finalmente conto e inaspettatamente si associa al coro di lamentele dell’opposizione decretando la fine del sistema di trasporto regionale.
Dalle casse piemontesi mancano almeno 120 milioni di euro per garantire bus e treni, che si aggiungono ai 340 milioni di debiti che l’Ente ha già con le imprese.
Tutto questo avrà conseguenze devastanti: un treno ogni tre e un bus su due verranno soppressi, i tempi di attesa, già parecchio lontani dall’efficienza, si dilateranno ad un’ora o addirittura a due. Verranno tagliate tutte le tratte poco utilizzate, ovvero quelle che sono già state ridotte a livelli inaccettabili. In parole povere il sistema continuerà a costare ma sarà completamente inutilizzabile.
Proprio nel momento in cui gli italiani non si possono più permettere di utilizzare l’auto - il costante calo delle vendite lo testimonia (-17% a febbraio 2013) - e hanno imparato ad utilizzare i mezzi pubblici (+8%), saranno costretti a tornare indietro e paradossalmente ad indebitarsi per potersi recare al lavoro.
Governo e opposizione uniti lamentano di non vedere soluzione, chiudendo gli occhi di fronte ad un’enorme ovvietà: la politica nazionale sui trasporti sta paralizzando la nazione. Come ricordato anche oggi dalle associazioni ambientaliste all’incontro con Pierluigi Bersani: "il Primo programma delle infrastrutture strategiche, costituisce (con le sue 390 opere in elenco per 375 miliardi di euro) un'ipoteca per il futuro economico-finanziario e ambientale del Paese."
Compito del governo dovrà essere quello di riorientare le risorse verso le infrastrutture che le persone realmente utilizzano e non verso quelle che rendono, a pochi, di più. Non si può più pensare che l’auto sia un’alternativa al servizio pubblico, perché i costi, evidenti e nascosti, sono ormai insostenibili per la maggioranza dei cittadini.
Bisogna adottare subito una Mobilità Nuova, noi ne siamo perfettamente coscienti e anche le amministrazioni, a tutti i livelli, ormai non possono che accetarlo.
Sabato 4 maggio a Milano manifesteremo per testimoniare la necessità del cambiamento e imporre ai decisori politici una rivoluzione della mobilità che parta dal riequilibrio delle risorse pubbliche destinate al settore dei trasporti, contro quelle opere pubbliche stradali, autostradali e ferroviarie inutili e dannose per il Paese.
All’assessore Bonino, e a tutti gli amministratori, farebbe bene partecipare. Potrebbe raggiungerci con un treno, se lo trova.
Per informazioni: ufficiostampa@mobilitanuova.it
2 commenti:
Già,... però vogliono sventrare una valle per un progetto nato morto che forse sarà compiuto nel 2035... sempre peggio.
permanenza nell´euro e rientro dal debito servono principalmente a tornare a strutture basate sul liberismo estremo e sul darwinismo sociale che lo contraddistingue. non c´é piú interesse dei cittadini o della nazione, se hai i soldi sopravvivi e se no muori. e i partiti storicamente contrari a quest´idea di societá sono proprio quelli che oggi la portano avanti con piú vigore.
luciano er califfo.
Posta un commento