I fatti di Genova sono stati ampiamente descritti da qualunque mezzo d'informazione; penso sia assurdo che chi ama lo sport in generale e i lcalcio in particolare debba dipendere da pochi cretini criminale. Purtroppo va detto che l'intreccio din interessi tra ultras e società di calcio è tale che è inutile oggi ergersi a moralisti o moralizzatori.
Foto by Roberto Mandelli - www.podisti.net |
Andate ad assistere ad una partita di calcio, non necessariamente di Serie A, in curva e vi accorgerete che per la maggior parte del tempo ci saranno cori contro l'altra squadra, non per incitare la propria. Provate ad ascoltare la cronaca di una partita o a leggerne il resoconto, vi accorgerete di quanti termini bellici ricorrono, neanche si trattasse di una guerra vera e propria. Sin dalle giovanili non viene insegnato il rispetto per l'avversario, la cultura dello sport o del gesto atletico. Vengono insegnate scorciatoie, trucchi per fregare l'arbitro o l'avversario.
Ora andate come pubblico ad assistere ad una corsa podistica, tapasciata o Gala di atletica che sia. Il pubblico applaude (in alcuni casi poco, ma meglio di niente), incita tutti dal primo all'ultimo. Se ci sono tifosi di un atleta comunque viene riconosciuto il merito del vincitore.
Andiamo ai mezzi di informazione, che in una domenica come quella di ieri, 22 aprile 2012, hanno toppato clamorosamente.
Partiamo dalla TV: zero (!) minuti dedicati al campionato del mondo ed europeo di 100 Km. nonostante una nazionale italiana che sulla carta era pronta a sbaragliare qualsiasi avversario. E infatti, casualmente (?) Giorgio Calcaterra si è portato a casa il terzo titolo mondiale, primo italiano a riuscirci e secondo al mondo a raggiungere tale traguardo, oltre al titolo europeo [titoli che già lo scorso anno aveva fatto suoi]. La nazionale ha vinto a mani basse il titolo mondiale a squadre. Attenzione, non parlo dei programmi pomeridiani, ma dei contenitori sportivi serali e anche dei vari TG. Tralasciamo le varie tv sportive sul digitale o sul satellite...
Passiamo alla carta stampata: la situazione migliora leggermente, con la Gazzetta dello Sport che si permette il lusso addirittura di dedicare 1 riga a Calcaterra (non vi prendo in giro, controllate) a pagina 49, dando invece 3/4 di pagina (la 48) alla vittoria di Mary Keitany e un paio di righe all'ordine d'arrivo della maratona di Padova.
Mi chiedo sinceramente se sono impazzito oppure se sono un candido sognatore. Abbiamo avuto la possibilità di vedere dal vivo un Campionato del Mondo a 30' di distanza dalla sede del maggior quotidiano sportivo e non c'era uno straccio di inviato??? Se Calcaterra fosse Statunitense avrebbe (giustamente) la fila davanti casa di sponsor pronti a tutto. In Italia, invece, deve continuare a fare il tassista o a seguire il negozio di articoli sportivi e ad allenarsi nel tempo libero. Lui (e tanti altri come lui) non si guadagna da vivere facendo spot di merendine.
La mamma dei cretini è sempre incinta |
Non solo prima e dopo la gara è sempre disponibile per una foto o una battuta con tutti, è l'unico che io abbia mai visto tagliare il traguardo dopo 6 ore sui piedi sorridendo come un bambino davanti ad un negozio di giocattoli.
Mi farebbe piacere capire pil perché di una cosa del genere e, comunque, faticherei comunque a capire.
Io non so se sono un buon padre, se riuscirò ad insegnare a mio figlio l'educazione civica e la cultura dello sport che i miei sono riusciti ad insegnarmi. So per certo che se gli devo dare degli esempi porterò sempre davanti ai suoi occhi atleti e persone vere come Calcaterra, Cudin, Carlin, Di Palma per non parlare dei "miei" marziani.
1 commento:
Condivido tutto ciò che hai scritto al 100%, amarezza compresa anche se resto un sognatore ottimista.
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