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La destinazione non conta, l'importante è fare il primo passo.

PROSSIMA CORSA

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19/11/2016 Podisti da Marte

21 aprile 2012

La mia MCM 2012

È passata quasi una settimana dalla Barclays Milano City Marathon 2012 e ho impiegato questo tempo ripensando soprattutto alle emozioni che mi ha trasmesso, ma anche ascoltando e leggendo i commenti di amici, marziani e altri partecipanti.
L’edizione numero 12 va in archivio con numeri importanti, che è bene analizzare un poco. Eccoveli:
  • 13.569 ISCRITTI (maratona + staffette) di cui 13.009 PARTITI (96%)
  • 4.597 MARATONETI PARTITI di cui 3.983 arrivati (87%)
  • 2.103 STAFFETTE (8.412 staffettisti totali)
  • 15.000 PETTORALI STAMPATI
  • 13.000 MEDAGLIE
  • 8 CAMION PER I RIFORNIMENTI
  • 15 CAMION TRASPORTO SACCHE
Ho volutamente tralasciato le curiosità relative ai ristori per lasciare (altrettanto volutamente i dati relativi alla logistica, ma leggerete fra poco il perché. Leggendo dunque i numeri sopra direi un ottima percentuale di partenti rispetto agli iscritti nonostante il tempo non proprio ottimale e altrettanto buono il dato degli arrivi con un numero di ritirati di poco superiore ai 600 atleti. Fa strano che a fronte del numero degli iscritti non corrisponda il numero di medaglie, ma credo che quei 9 senza si saranno (forse) lamentati di altro…
La giornata piovosa ha giocato un ruolo importante nei disservizi lamentati da moltissimi partecipanti, soprattutto per quelli legati al deposito borse. Ricordo che nel 2008 pioveva e allora come settimana scorsa i problemi erano dovuti, a mio avviso, alla mancanza di spazio. Traduco: pochi (o insufficienti) spazi coperti rispetto al volume effettivo dei partecipanti e delle borse; la pioggia ha costretto organizzatori e atleti ad usare di fatto solo gli spazi disponibili e, quindi, il risultato è stata la congestione. Un po’ come la tangenziale la mattina (o la sera) in prossimità delle principali entrate… le soluzioni sono poche, anzi forse una sola: prevedere più spazi. Elementare? Certo, ma anche impervia da praticare perché comporta non solo un maggiore carico di lavoro per l’organizzazione logistica (bisogna noleggiare più gazebi, trasportarli, trovare per tempo il posto dove metterli, montarli e smontarli…) ma anche incertezze legate all’effettivo utilizzo dell’extra speso. Di fatto è una scommessa e questa volta l’organizzazione ha pescato la carta sbagliata.
Spezzo però una lancia a favore del C.O., in particolare per Andrea Trabuio e Mapelli che conosco per averci lavorato insieme e so quanto puntigliosi siano. Ho letto commenti che partivano con “buffoni” e terminavano con “prendete esempio dalle tapasciate”; calma e ragioniamo bene, vorrei vedere moltissimi gestire in giornate come quella di domenica scorsa 13.000 atleti con relativo (ingombrante visto il tempo) bagaglio al seguito. Non è esattamente un lavoro semplice e tranquillo; non è una giustificazione, sia chiaro, perché i numeri erano abbastanza certi e qualcosa in più si sarebbe potuto fare. Personalmente suggerisco dal basso della mia esperienza di tapascione (quindi tempi di corsa lenti), volontario e organizzatore di affidarsi maggiormente non solo alla propria esperienza di organizzatori, ma di chiedere di più ai vari club (che poi sono quei volontari che stanno ai ristori) circa le modalità operative e, perché no?, utilizzare qualche club proprio per la gestione della raccolta e restituzione delle sacche. Si garantirebbe un maggior numero di persone presenti il che, se legato all’aumento della superficie usata per il deposito stesso, può certamente favorire un migliore flusso. Sarebbe però anche il caso che i partecipanti si informino meglio sulla dislocazione dei servizi, così come gli stessi dovrebbero essere maggiormente segnalati (cartelli, indicazione sulle piantine eccetera).
 Un altro punto dolente sono i ristori che per i lenti come il sottoscritto sono sempre problematici in gare molto partecipate, grazie alla gentilezza dei runner che sono passati prima come Attila facendo piazza pulita di qualsiasi cosa capiti loro a tiro e grazie alla lungimiranza degli addetti che invece di preparare bicchieri mettono direttamente le bottiglie, così da esaurire il tutto immediatamente.
Un po’ di caos anche all’arrivo, con un deflusso non sempre agevole e con spazi scomodi. Si potrebbe valutare lo sfruttamento del Castello (ma credo costi uno sproposito) anche se si dovrebbe fare i conti con entrate piccole.
Chiudo questa digressione con un voto finale che racchiude tutto: diciamo un bel 7,5.


Passo ora alla parte più importante e cioè alla mia MCM Relay, cioè a staffetta. Quest’anno ho corso per L’Abbraccio ONLUS e per Nick. La mia frazione lascia il tempo che trova di fronte alle sensazioni provate dopo aver concluso la corsa. Nonostante abbia aspettato per quasi un paio d’ore sotto l’acqua l’arrivo del gruppone con Nick in testa e quelli che per me, oggi più che mai, cono veri esempi (si parlo di voi Simona, Fabrizio, Ivano, Pino, Laura, Andrea!
!!) non sentivo null’altro che felicità e commozione. Quegli ultimi 300 metri in gruppo cercando di filmare meglio che potevo quegli attimi per provare a fermarli e poterli far vivere anche a chi non c’era sono davanti ai miei occhi come se fossi adesso lì. La commozione era ed è talmente grande che a parole non riesco a descriverla. Mi resta solo, ancora una volta, da dire un GRAZIE enorme a tutti perché da domenica vedo moltissime cose con una prospettiva completamente diversa.

1 commento:

Fabrizio Cosi ha detto...

Caro Claudio, come sempre le tue riflessioni sono sagge, serene e costruttive (merce rara, insomma). Grazie per i complimenti, ma puoi fregare solo chi non ti conosce tutta la storia. Sei marziano dalla prima missione, quando nessuno di noi, io per primo, sapeva cosa sarebbe successo da lì n avanti. Sei ancora qui, e sei uno di quelli che contano e che servono. Oggi, proprio come tre anni fa, non sappiamo cosa succederà e cosa organizzeremo per aiutare chi ha bisogno. L'unica certezza è che continueremo a farlo, ed è bello sapere che tu ci sei. Un ABBRACCIO