Domani ad Oslo verrà consegnato il Premio Nobel per la Pace e Liu Xiabo non potrà ritirare il riconoscimento accreditatogli. Per la prima volta nella storia, neanche un suo congiunto potrà ritirare il premio.
Onestamente ho letto nei giorni scorsi con un po’ di distacco le notizie relative; non è un periodo dei più semplici per me e alcuni problemi mi sembrano distanti anni luce. Poi ieri ho ricevuto la consueta e-mail con le notizie e i commenti di Matteo Renzi, giovane sindaco di Firenze; l’ultima notizia commentata da Renzi era proprio relativa alla liberta, in generale, e al Nobel in particolare. Mi permetto di inserire il commento di Matteo Renzi che, a mio avviso, è la più efficace sintesi che abbia mai letto sull’argomento.
“Ecco, con tutto il rispetto per la sovranità nazionale, vorrei dire che io oggi sto dalla parte di quelli come Liu Xiabo. Di quelli che pagano di persona. E ieri la commissione esteri degli Stati Uniti ha approvato questa risoluzione. I cinesi hanno risposto parlando di “atto arrogante e irragionevole”. Anche se la politica estera di Washington ultimamente ha qualche problemino, come noto, non sono mai stato così fiero, come oggi, di essere dalla parte degli arroganti e degli irragionevoli. Dalla parte, cioè, di quelli che difendono la libertà”.
Un inciso personale. Non conosco Matteo Renzi, se non come personaggio pubblico. Ci siamo scritti solamente un paio di e-mail e ho iniziato io il contatto scrivendogli per augurargli in bocca al lupo per la maratona di Firenze, che ha corso per pegno di scommessa. Non sono politicamente nella sua stessa barca e non mi è mai piaciuto il termine “rottamatore” riferito a persone, tuttavia sono spesso molto d’accordo con le sue idee e i suoi concetti. Trovo davvero utile il suo modo di fare politica e, soprattutto, mi piace il fatto che ci metta sempre la faccia. Si prende onori ed oneri che la sua carica comporta e ha il coraggio di discutere in pubblico le scelte effettuate con le relative conseguenze. È ovvio che una persona così “rompa i maroni alla dirigenza” come direbbe Luca Nervi in Camera Cafè, ma nel suo caso è un pregio assoluto e non un difetto.
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